Europa League

CdS-Napoli, la gloria dei secondi

Sembra una sera di malacqua che cade come un torrente sul Maradona, e invece è la sera di Cenerentola, che la pioggia bagna di lacrime felici. È la sera dei secondi, degli sfigati che si ubriacano di gloria, conquistando uno strapuntino per l’Europa. Di Elmas, due volte in gol al posto di Insigne, che lo guarda sorridendo dalla tribuna. Di Petagna, che ha voluto Napoli contro ogni ragionevole calcolo. Di Ounas, migliore in campo nei sessanta minuti che la fiducia di Spalletti gli concede, e che lui ripaga con gol e magìe da primo della classe. Il Napoli due è già il Napoli uno. Ne ha i numeri, il carattere, l’intelligenza tattica, e anche un po’ di fortuna. Mancano, oltre al capitano, Osimhen, Koulibaly, Anguissa, Fabian Ruiz, Lobotka, Manolas, che rientra solo nel finale, e perfino Politano, steso da un virus gastrointestinale. Ma dove volete andare? E invece non è uno scherzo il primo gol del fantasista marocchino, ma un uno-due che ha la rapidità, la furbizia, la precisione di chi sente che la vittoria gli spetta dal primo minuto. E non è uno scherzo l’assist di Petagna per il piatto dell’universale macedone, anche se il merito del raddoppio è tutto di Zielinski, il capitano di riserva. Appena lo vedi sgusciare come una biscia tra un nugolo di inglesi, capisci che è uno di quei giorni in cui il polacco si sente per quello che potrebbe essere sempre e che il Napoli si attende da lui: un fuoriclasse capace di salire in cattedra e dettare il ritmo.
Poi, certo, ci sono i due schiaffi degli inglesi, le ingenuità in copertura sui calci piazzati, e quella marcatura a zona distratta che fa tanto caos. E ti fa venir voglia di tornare a giocare a uomo, almeno nella tua area. Poi, ancora, ci sono i due regali che ci fanno Maddison e Vardy, i migliori del Leicester, fallendo due occasioni incredibili, la prima delle quali propiziata da un assist suicida di Di Lorenzo. Però, al netto di una quota di fortuna, che conferma il luogo comune aiutando gli audaci, il Napoli due è una squadra europea. Capace di affondare, di gestire il possesso palla, di bucare il pressing inglese, di difendersi sulle palle alte nel finale, quando perfino Mario Rui risulta impeccabile in copertura.
In una stagione dove si gioca ogni tre giorni in tre competizioni diverse, uno spogliatoio così è il capitale sportivo che fa la differenza. E che Spalletti ha coltivato, incoraggiato, provocato, caricato. Perché Elmas, Petagna, Ounas, i napoletani li conoscono da anni, ma mai li hanno visti giocare come di questi tempi. Il marocchino è la vera scoperta del tecnico. Lo ha difeso quando era pronto per essere messo sul mercato e ha visto giusto: Ounas è un giocatore che, disciplinato, può raggiungere l’eccellenza. Perché ha tecnica, velocità, genio tattico e, soprattutto, usa entrambi i piedi con eguale efficacia. Sentiremo parlare molto di lui. Per gli infortuni il Napoli ha perso la testa della classifica in campionato. Ma gli infortuni sono stati anche l’occasione per saggiare quanta energia c’è nella stiva azzurra. Alla vigilia della Coppa d’Africa le conferme che arrivano dal campo sono molto incoraggianti.

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