Champions League

“Napoli, 3 punti d’oro senza divertire”

Fonte:NapoliMagazine

NAPOLI – Tre punti d’oro a Berlino, ma poca euforia. Un urletto per il gol e nessun’altra emozione. E’ questo il Napoli di Rudi Garcia, una squadra che vince, soffrendo troppo contro un Union Berlino sconfitto nelle precedenti otto partite e che, incapace di centrare i pali di Meret, gettando di fatto la sfera di gioco oltre le stelle con tiri alla “Mai dire gol”, prosegue il proprio de profundis con la nona sinfonia disastrosa di fila. Nel leggere gli stessi titolari di Verona, in effetti, qualche dubbio era sorto. Tant’e’ che la stanchezza si e’ fatta palpabile nei piedi, e nella testa, di Di Lorenzo e Cajuste. Per gran parte del match, lo stesso Raspadori ha faticato a pungere, salvo poi trovare il guizzo mancino vincente, dopo un cioccolatino fornito da quel genio di Kvaratskhelia, bravo a capitalizzare al meglio l’ottimo pallone recuperato in un duello a centrocampo dal solito “maestro” che, per me, deve sempre giocare e risponde al nome di Mario Rui. Piccola parentesi: non lo dico per partito preso, ma se andiamo a rivedere tutte le grandi prestazioni di Kvara, da quando e’ a Napoli, nel 99% dei casi sulla sua fascia c’era proprio il portoghese e se due indizi fanno una prova non starei troppo a guardare il pelo nell’uovo. Tornando al match, Garcia e’ parso sorpreso dal rendimento di Cajuste. Non me la sento di gettare la croce addosso al ragazzo, probabilmente troppo responsabilizzato vedendosi assegnate improvvisamente due partite da titolare nel giro di pochi giorni, ma se hai in panchina un certo Elmas (che ha esperienza da vendere e puo’ giocare in ogni dove) anche in questo caso non avrei fatto troppe riflessioni (e non le farei nelle prossime partite). Tornando alle amnesie, qualcuna si e’ materializzata perfino in Lobotka, per cui l’opportunita’ di utilizzare la rosa nel suo insieme, in attesa di rivedere Anguissa, diventa necessaria. Nonostante le fiammate tedesche, non si sono corsi grandi rischi in difesa, grazie all’ottima reattivita’ del duo composto da Rrahmani e Natan. Devo essere sincero: lo stesso Ostigard, in coppia col brasiliano, non mi e’ dispiaciuto. E piu’ si va avanti e piu’ mi chiedo come mai Garcia abbia atteso cosi’ tanto per schierare Natan: quel tackle mi ha ricordato Kim, per grinta e carattere. Misteri gaudiosi. Se poi Politano non trova varchi, ma resta fondamentale per il suo gioco di ricamo, va sottolineata ancora una volta la dedizione alla causa comune di Piotr Zielinski, sempre sul pezzo e a testa alta. Siccome sono stato tra quelli che al tecnico hanno ricordato “l’esistenza” (si scherza, ma non troppo) del “Cholito” Simeone, mi va di fargli presente che un gol al Milan l’argentino l’ha gia’ siglato, per cui non si puo’ mai sapere… Contro difensori alti (come lo sono quelli dell’Union Berlino) cercare la profondita’ non sarebbe poi cosi’ sbagliato, ma mi rendo conto che in Germania ha avuto ragione lui nel persistere nella scelta di Raspadori che lo ha condotto alla vittoria, seppur con un risultato di misura, per questo gli va dato un briciolo di fiducia per le scelte che opererà nella prossima sfida al Maradona. Vittoria di cortomuso, direbbe qualcuno. Peccato che le soluzioni a disposizioni ci sono… Ma intanto e’ giusto prendersi questi tre punti, ottenuti a denti stretti, sperando in una svolta (di gioco e carattere) contro i rossoneri. Le immagini (oscene, per i risultati deludenti oltre che per la distanza tra i reparti e le azioni subìte) delle sconfitte con Lazio e Fiorentina vanno allontanate ancora con forza, e per farlo urge una prestazione d’altissimo profilo, come il Napoli puo’ fare per il semplice motivo che ce l’ha nel sangue. Tutt’e’ saperlo tirare fuori lo spirito vincente, da campioni d’Italia, caro mister. Parola d’amico, o nemico, scegli tu, basta che il Napoli vince. E se si riesce a farlo con qualche gol di scarto in piu’, senza paura, ancora meglio.

Antonio Petrazzuolo
Napoli Magazine
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