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GOLAZO – Adolfo Mollichelli su “NM”: “Napoli, l’attesa dell’evento è essa stessa l’evento: addio scaramanzia!”

Fonte: Napoli Magazine

NAPOLI – L’attesa dell’evento è essa stessa l’evento. E questo l’abbiamo sottolineato più volte. Soltanto che per lo strapotere assoluto dello squadrone azzurro s’attende soltanto l’ufficialità, quel giorno lì ed è come se mancasse quel pathos legato all’incertezza. E così, non c’è quel misurare il tempo come accadde nei due precedenti titoli conquistati quando c’era Lui. Intanto, al diavolo tutti i riti apotropaici, la città si sta già vestendo d’azzurro e allestendo scenografìe varie, come quella approntata in un vicolo dei Quartieri: lungo le scale, le gigantografìe dei magnifici, guidati da Zolla Gialla al quale è stata dedicata una torta con tanto di mascherina. C’è anche in bella vista la sagoma di Aurelio Primo al quale prima o poi chiederò i numeri di un terno secco, visto e considerato che aveva previsto tutto. Chapeau. D’altra parte, non avendo uno stadio di proprietà, nessun museo da esibire, non resta che la strada che è pure maestra di vita, ma questa è un’altra storia. Una città intera in fermento che s’appresta a vivere un tutto esaurito tra alberghi e pensioni. Il calcio industria che tira sempre (a Napoli di più) e che si affianca al fervore artistico in grande spolvero e alla storia antica ed all’arte che si respira dovunque sin dai tempi in cui i Dori sbarcarono qui da noi e fondarono Neapolis. Ed ora, qualche considerazione legata alle performances sul campo. Più vedo giocare la creatura di Spalletti e più mi rinforzo nelle mie idee sul calcio. Okay la strategia e la tattica, bene e necessaria l’organizzazione di base e lo studio degli avversari. Ma questo Napoli possiede elementi in buon numero – senz’altro superiore a tutte le altre squadre della massima serie – che sono tecnicamente al di sopra della media e che, soprattutto, hanno in dote l’arte del dribbling che è sempre più rara, anche in campo europeo. Fantasìa e dribbling – in un collettivo che sappia come muoversi – sono le cose belle che il calcio sa dare. Il vate di Fusignano predicava agli azzurri d’Italia, in maniera ossessiva, di toccare il pallone una volta sola “meglio se non lo toccate proprio”. Una volta, durante una riunione tecnica, Robertino Baggio, il Maradona italiano, alzò la mano e gli chiese: “Mister e se devo dribblare un avversario, come faccio?”. Quella notte, Arrigo non dormì. E dunque, lunga vita al gioiello georgiano che ti punta e se ne va, un po’ Boniek e tanto Best. Ed ora, sotto col trittico che potrebbe aggiungere certezze a certezze: Lazio e Atalanta in campionato, Eintracht in Champions per approdare ai quarti, per la prima volta nella storia. Con il Maradona sempre pieno, pronto ai porompompero della felicità.

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