16.35 – Il discorso poi si sposta su
Luciano Spalletti, nuovo allenatore del Napoli, e sul futuro di Lorenzo Insigne: “
Spalletti ha sempre avuto la mia considerazione e stima. Prima che andasse alla Roma dallo Zenit mi venne a trovare in ufficio dicendomi che per un po’ di tempo non poteva muoversi. Poi presi Benitez o Mazzarri, non ricordo che anno fosse. Lo trovo un profilo giusto per il Napoli, perché sa allenare bene e anche noi giocando contro di lui abbiamo faticato. Saper gestire anche delle situazioni come quelle passate a Roma e Milano, con l’assenza della proprietà nello spogliatoio, è stato un fattore. Se l’è cavata bene. Con Insigne non ci siamo ancora visti. Dopo l’ultima di campionato è andato subito in nazionale e non volevamo sollecitare la situazione anzitempo. Dopo gli Europei ci parleremo e vedremo cosa accadrà“.
16.30 – Molto duro il giudizio sul Mondiale in Qatar a novembre e dicembre, nel 2022: “Quella è un’altra super cazzata del secolo. Però parliamo della Fifa, quindi sempre delle istituzioni. Infantino è molto capace e preparato, ma ci sono interessi nati illo tempore grazie ai qatarini. Quello che era valido pre-Covid dovrebbe essere ridiscusso post-Covid. L’impresa privata sa mutuare e dimensionare investimenti, rischi, mercato. Il pubblico si basa solo su rapporti e strette di mano. Questo fa danni a cascata e non se ne accorgono. Non capisco nemmeno perché dare i calciatori per le competizioni continentali. Poi, se si fanno male, chi mi ridà i soldi indietro? Mi rimborsano la svalutazione di un calciatore? No, ma nessuno ne parla. Io spendo 200 milioni sul mercato e poi mi chiedono i calciatori e volevano anche fare le Olimpiadi. Però poi “De Laurentiis ha negato a Fabian Ruiz di andare a Tokyo”, ma stiamo scherzando? Con tutte queste situazioni aperte bisognerebbe ridurre i campionati a 16 squadre per avere meno partite. Ma non possiamo gestire campionati a 20 squadre e il calendario così come è. In Qatar ci sono gli stadi con l’aria condizionata, ci siamo andati a giocare, il caldo non è nemmeno una motivazione”.
16.27 – Come andrà a finire la questione Superlega? “Dovrebbe prevalere il buon senso, la cosa più auspicabile è che tutti gli attori del sistema si possano sedere intorno a un tavolo. Se io faccio giocare la Juventus col Crotone, è difficile che il Crotone possa battere la Juventus. C’è una democraticità che va rispettata, è vero, ma è altrettanto vero che Veltroni nel ’96 disse che le società di calcio non sono dei club, ma delle società con finalità lucrative. Se si crea un torneo scompensato per capacità economiche, quindi poco omogeneo, non si sta rispettando il concetto veltroniano“.
16.25 – Inevitabile che si parli della Superlega: “Non sono mai stato d’accordo. Non è vero che Florentino Perez mi ha contattato. Io ne faccio una questione economica, come loro, ma facendo un torneo a 12, dove inviti tu gli altri, non è che hai risolto i problemi economici del calcio. I problemi li risolvi se prendi coscienza che le competizioni europee non servono a nessuno, Perez ha inventato la Superlega che è una grandissima cretinata. I 5 paesi più importanti sono quelli che fatturano di più, possono permettersi dei calciatori più importanti e costosi, Spagna Francia, Inghilterra, Italia e Germania meriterebbero un campionato europeo a sé, infrasettimanale. Chi accede? Qui sbaglia Perez sui 12. Devi dare la possibilità democratica di poter competere, se l’Udinese, il Verona o la Fiorentina arrivano tra i primi 6 hanno diritto a partecipare al campionato europeo!“.
16.15 – Il discorso poi si sposta sulla Champions sfumata per il Napoli, all’ultima giornata, contro il Verona: “Una volta che rompi qualcosa, i cocci si vedono sempre. Con il Covid le partite sembrano quasi giocate in un acquario, c’era una situazione irreale, le voci degli allenatori diventavano protagoniste. Io non credo che quando c’è il tifo dello stadio la voce arrivi ai vari calciatori, tant’è che appena c’è il gioco fermo l’allenatore chiama quello più vicino per comunicargli qualche cosa. Quando non hai nessuno sugli spalti tu hai la libertà di condurre il gioco dalla panchina. Rimproverarmi qualcosa? Non credo, è stato un campionato falsato per tutti. Poi si potrebbero avere cattivi pensieri se facessi dietrologia, ma io non faccio dietrologia. Nell’intervallo di Napoli-Verona sono andato negli spogliato per suonare la carica e mi sono sentito quasi rilassato dopo la rete del vantaggio. Non mi ha fatto altrettanto piacere vedere nei successivi minuti il pareggio. Arrivi alla fine di un campionato così negativo e complesso, dove anche il risultato degli altri conta, dove sei già stato bastonato durante l’anno in delle partite in cui forse meritavi di più. C’è l’episodio del Cagliari che già ci aveva creato dei patemi d’animo, quindi voglio dire che non ho nulla da recriminare. Ripeto, è stato un campionato molto falsato. Abbiamo fatto un assist agli Europei, senza sapere nemmeno se si potesse girare per l’Europa. Vorrei tanto che alcuni colleghi dicessero: ‘Aurelio hai ragione, convinciamo 7/8 squadre a non partire'”.
16.10 – De Laurentiis si rivolge al nostro presidente del Consiglio: “Draghi deve prendere atto che ci sono più di 30 milioni di italiani che trovano nel calcio una valvola di sfogo, l’80% di loro, ovvero 24 sono uomini che lavorano per il Paese, allora perché tu ti disinteressi completamente al mondo del calcio che è una valvola di sfogo importante? Hai una grande credibilità in Europa, perché non convinci i tuoi colleghi a resettare tutte le partenze dei campionati, posticipandone l’inizio ad una data per avere più serenità vaccinale? Perché in Europa non è nata una obbligatotietà ai vaccini e sento tanta gente che non vuole vaccinarsi e non ci pensa nemmeno, e chissà quanti di voi qui la pensano così. Perché Draghi trascura il primo sport italiano? Nel calcio nessuno ha mai fatto nulla. Sono quarant’anni che c’è una legge sbagliata, si dice sempre ci deve pensare il governo, ma il governo non fa nulla. Stimo Draghi, ma il governo non s’è messo una mano sulla coscienza sul rosso del calcio, togliendo la burocrazia e lanciando innovazione, verificando come sanare i bilanci, tutti in rosso. Siamo tutti in rosso per il Covid, serve una soluzione“.
16.06 – “Leggevo del problema del premier inglese, che ha castigato i protagonisti della Superlega, ma variante o non variante si accorda la finale a Londra con gli spettatori. Una settimana prima del lockdown mi è stato chiesto di giocare in Spagna, dissi ma come facciamo a muoverci, e mi dissero di arrivare a Parigi e poi spostarci in pullman. E’ più importante una partita che la salute dei popoli? Tra poco pubblicheremo i calendari, ma chi ci garantisce?”
16.04 – De Laurentiis inizia subito a gamba tesa: “E’ chiaro che sono stati momenti difficili, questi del Covid, che non ci aspettavamo. Ci ha colti impreparati. Già nello scorso campionato, dover ritardare la fine del campionato stesso e non aver spazio e tempo per programmare l’annualità che si è conclusa. Ognuno ha pensato ai propri egoismi. Io avevo detto: che senso ha fare i campionati europei con gli stadi chiusi? Senza il ritiro dovuto ed un ritiro vero oltre ad un mercato vero? Dobbiamo fare la corsa per un assist agli istuzionalisti che non investono nel calcio, ma sono nei loro ruoli solo grazie a noi e non ci tutelano, ma ci creano altri problemi”.
16.00 – Inizia la conferenza stampa del presidente del Napoli.
15.55 – C’è qualche minuto di ritardo sull’inizio della conferenza di De Laurentiis, che torna a parlare dopo un lungo silenzio.
15.45 – Sta per iniziare la conferenza stampa di Aurelio De Laurentiis in un hotel di Roma.