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L’EDITORIALE – Antonio Petrazzuolo: “Napoli, da Osimhen a Di Lorenzo, la sintesi del gol di qualità, mentre Kvara ed Anguissa incantano, lancio un invito ai giovani talenti “arabi”: vadano a scuola da Piotr Zielinski!”

Fonte:NapoliMagazine

NAPOLI – Esordio positivo del Napoli al Maradona, con sei punti totalizzati nelle prime due partite del campionato. Un 2-0 che in altre circostanze climatiche sarebbe diventato facilmente 3-0 o forse anche qualcosa in più, ma si puo’ essere soddisfatti. Certo, contro un Sassuolo impalpabile in attacco, probabilmente bisognava affondare prima il colpo della sicurezza. Ma e’ pur vero che la serata caldissima non ha aiutato i soliti ritmi che ben conosciamo. Devo dire che mi e’ piaciuta molto l’analisi post partita di Rudi Garcia. Concordo con il tecnico quando sottolinea che bisogna tirare di piu’ in porta. Quel 20% relativo ai tiri finalizzati nello specchio della porta, in effetti, stona un po’ con la mole di occasioni offensive costruite. Va detto pure che la fantasia di Kvara e’ difficilmente sostituibile. Non e’ una stoccata a Raspadori, ci mancherebbe. Chiunque puo’ sbagliare un rigore, ma con il georgiano ho notato maggiore rifornimento per Osimhen oltre che un numero indefinito di uno contro uno che hanno condotto il Napoli ad una costante superiorità numerica in attacco. Probabilmente Raspadori, piu’ accentrato, o forse anche a destra all’occorrenza, riesce a trovare maggiori opzioni di gioco. Bel gesto di Victor, quello di far calciare il secondo rigore a Jack, ma io (e non perche’ lo ha sbagliato) appartengo alla vecchia scuola di pensiero secondo la quale il rigorista deve essere sempre lo stesso. Da applausi, per concretezza e precisione, le due reti risolutive. Sia Osimhen che Di Lorenzo continuano infatti a mostrare qualita’, precisione e sostanza. Piccola parentesi sull’arbitro Giua: possibile che serva la VAR per capire quando un rigore cosi’ eclatante, come quello su Politano, debba essere concesso? Il fischietto, gia’ in passato con precedenti non proprio esaltanti con il Napoli, ha lasciato molto a desiderare anche nella gestione dei falli. Su tutti e’ stato permesso un gioco troppo ruvido da parte degli avversari nei confronti di Anguissa, che nonostante cio’ ha giganteggiato. Un vero fuoriclasse a centrocampo, poi, si è confermato Piotr Zielinski: tutti i giovani talenti “arabi” (e non, Gabri Veiga incluso) dovrebbero andare a scuola da lui per tentare di capire come si comanda il pallone tra le linee. E inoltre Lobotka, il metronomo costante. In difesa, stavolta, Meret e’ stato spettatore in campo, ottima intesa Rrahmani-Juan Jesus (a proposito Natan ha bisogno ancora di un po’ per ambientarsi, senza dimenticarci che c’e’ pure Ostigard), con Olivera bloccato ma efficace (in attesa di vedere presto Mario Rui, come auspicato anche dal mister). Piccola nota di merito per Cajuste: massacrato dopo l’esordio a Frosinone, appena entrato si è reso protagonista di un recupero a dir poco straordinario in scivolata. Giusto infine dare spazio, con le sostituzioni, un po’ a tutti. Peccato per l’occasione sprecata da Simeone, ma non si puo’ avere tutto nella vita. Io pero’ questo Napoli me lo tengo stretto, perche’ seppure e’ cambiato il direttore d’orchestra gia’ intravedo le solite trame pronte ad esplodere. Tempo al tempo. La Lazio di Sarri, ancora a zero punti e prossima avversaria degli azzurri a Fuorigrotta, e’ avvisata. Il futuro e’ sempre azzurro sopra il Vesuvio.

Antonio Petrazzuolo
Napoli Magazine
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