Summit fra il presidente e l’allenatore dopo il pareggio con la Roma. La squadra carica: “Ora dobbiamo vincerle tutte”
NAPOLI – Non ci resta che vincere, volendo scomodare la mitologia cinematografica toscano-napoletana, potrebbe essere il titolo dell’analisi firmata dopo la partita con la Roma: “Bisogna conquistare tutti i punti che restano“. Lo ha detto Spalletti, sì, l’ultimo ad arrendersi a cinque giornate dalle vacanze ma anche l’allenatore di una squadra che in due partite di ordinaria follia ha dovuto improvvisamente dividere lo sguardo e le attenzioni tra il primo posto, lontano ora 5 punti (dal Milan) e potenzialmente anche 6 (in attesa del recupero dell’Inter), e quel pacchetto ipoteticamente già blindato che vale la Champions. Imprescindibile, fondamentale ma anche premio di consolazione di un gruppo che, come ha detto lui stesso, in due domeniche ha fatto di tutto tranne che esibire un ruolino da scudetto: un punticino e arrivederci, ma tant’è. Non sono tante, invece, le soluzioni per venire fuori da un pantano inaspettato in cui, dalla sconfitta con la Fiorentina al pareggio con i giallorossi, sono finiti dentro considerazioni tattiche e tecniche; le lacrime napoletane di un Insigne rassegnato ma non troppo; critiche popolari per sostituzioni ritenute discutibili; e borbottii presidenziali per il medesimo motivo: “Adl mi brontola sempre perché sostituisco troppo tardi e mi dice che ho sostituito chi non dovevo sostituire…”. Raccontava e rideva, il signor Luciano, ma l’idea è che qualcosa è cambiato. Dentro e fuori: cose di cui avranno parlato ieri, nel corso di un incontro andato in scena prima dell’allenamento. (…)
Incontro De Laurentiis-Spalletti
Domenica, al fischio finale, il pubblico ha fischiato per qualche istante sia la squadra sia Spalletti: non era mai accaduto. E ancora: il racconto post partita dei brontolii di De Laurentiis sulle sostituzioni – anzi di Adl – cela in realtà una differenza di vedute che fino a qualche settimana fa sembrava impensabile ma che tra qualche giorno potrebbe anche non esistere più. Sì: ieri mattina presidente e allenatore si sono incontrati nell’albergo che del signor Luciano è la casa napoletana e hanno parlato. Di tutto, certo: del momento, della delusione comune, delle striminzite speranze aritmetiche di sognare lo scudettoe di una Champions da blindare sin dalla trasferta di domenica a Empoli. La rottura di equilibri delicati, del resto, varrebbe nient’altro che un harakiri.