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Trapani lancia l’allarme: “Debiti e contabilità creativa, la Serie A è sull’orlo del crac. La Juventus…”

aereanapoli.it

Tra il 1° luglio 2018 ed il 30 giugno 2019, i club della massima serie hanno fatto registrare, complessivamente, 717 milioni di plusvalenze

Paolo Trapani, giornalista e scrittore, ha pubblicato un’analisi dettagliata sul portale quotidianonapoli.it. Ecco quanto si legge: “Stando agli ultimi dati contabili ufficiali, la Serie A ha accumulato, complessivamente, 3,6 miliardi di euro di debiti. È un’enormità, che rischia di far esplodere tutto il sistema calcistico nazionale. Ed a preoccupare ulteriormente è il volume, divenuto ormai impressionante, delle plusvalenze. Le plusvalenze rappresentano, tecnicamente, l’aumento di valore di un bene rispetto al suo costo o valore precedente (nel caso delle aziende sportive si riferiscono ovviamente ai valori di acquisto e vendita dei calciatori). Naturalmente sono legittime ma il continuo ricorso a questo strumento di bilancio, che tutte le società sportive praticano, sopratutto scambiandosi continuamente calciatori o vendendoli e comprandoli vicendevolmente, ha generato ormai un fenomeno fuori controllo”.

Poi Trapani ha aggiunto: “Nel solo 2017 le plusvalenze hanno toccato quota 749 milioni di euro. Tra il 1° luglio 2018 ed il 30 giugno 2019, i club della massima serie hanno fatto registrare, complessivamente, 717 milioni di plusvalenze. Un vero e proprio boom che adesso rappresenta una bolla contabile sul punto di esplodere. Molte plusvalenze di fatto non sembrano lineari e trasparenti. Gli ultimi preoccupanti dati sono emersi da un’analisi sui conti del calcio pubblicata dal quotidiano “La Repubblica”. La cifra-monstre di 717 milioni di euro dell’ultimo anno vede protagonisti sopratutto due club che insieme hanno prodotto un terzo del volume complessivo delle plusvalenze totali: sono Juventus e Roma, che hanno inserito nei rispettivi bilanci 113 e 132 milioni di euro di plusvalenze. Così facendo le due squadre hanno fatto avere ai propri bilanci una forte boccata di ossigeno, ma a ben guardare si tratta di mera apparenza numerica: forma contabile, ma non sostanza economica. «Non è un caso» – scrive sempre ‘Repubblica’ – che «la Juventus è il club che spende di più per pagare gli stipendi ai propri tesserati, la Roma è tra quelle che spendono di più sul mercato, appesantendo il bilancio di costi altissimi per i cartellini. D’altronde, più vendi, per lucrare plusvalenze, più dovrai comprare. Più compri, più appesantisci i conti. Un circolo vizioso che si autoalimenta fino a che la bolla non esploderà». Insomma le plusvalenze rappresentano una bolla che, secondo molti esperti, rischia di esplodere da un momento all’altro. Se così fosse si potrebbe generare un crac senza precedenti e dalle conseguenze inimmaginabili. I segnali di allarme, d’altre parte, ci sono tutti e da tempo la Figc e la Lega calcio hanno segnalato come numerosi bilanci siano fuori controllo. Una delle spie di allarme più significative si è accesa lo scorso 10 marzo ‘19, durante la popolare trasmissione della ‘Domenica Sportiva’: il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina ha parlato, apertamente, della questione plusvalenze. «È nostro compito – ha detto – attenzionare plusvalenze e scambi sospetti. Tutti gli scambi senza finanza vanno segnalati alla Procura e segnaleremo alle società di revisione se alcuni elementi danno sospetti, facendole intervenire. E obbligheranno una svalutazione della plusvalenza fittizia». Dunque, in sintesi, i bilanci di molte società rischiano di saltare, perché sia il continuo ricorso alle plusvalenze sia la loro reale consistenza rappresentano lo specchio della crisi, la patologia del sistema italiano.  Considerando l’impennata di debiti (cresciuti del 90%) che si è registrata negli ultimi esercizi contabili (oltre 500 milioni di euro), ad oggi appare la Juventus tra le società più esposte. Il fatto che, insieme alla Roma, sia l’azienda che più utilizza le plusvalenze per far quadrare i conti denota un ulteriore elemento di rischio, economico e finanziario. Che fa il paio con la scelta, ardita e pericolosa, dei mesi scorsi, che ha visto la società bianconera fare ricorso all’emissione di un bond (denominato “CR7 bond”) le cui evoluzioni sono tutt’altro che sicure per gli investitori. Si tratta di una complessa ed al tempo stesso ambiziosa operazione finanziaria che necessita di un bilancio sano e sostenibile al 101% per tenersi in piedi. Un fatto questo che ad oggi è sempre meno garantito e che, se venisse meno, potrebbe trascinare il sistema calcistico nazionale nel baratro. La Juventus è ad oggi l’azienda più grande per fatturato e per volume economico generale. La sua eventuale crisi non resterebbe isolata dal resto del sistema”. 

 

 

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