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CdS-Napoli, Champions vitale: ballano 50 milioni

Una cifra fondamentale per gestire il prossimo mercato senza assilli. Iniziata la rimonta, ma resta cruciale la sfida a Torino contro la Juventus

Cinquanta milioni di ottimi motivi per continuare a insistere, a inseguire, a fare la corsa più matta e disperata possibile. Cinquanta milioni o giù di lì, non è mica possibile quantificare al centesimo, per continuare a programmare il futuro come i grandi: ecco perché la qualificazione alla prossima Champions è fondamentale. Ecco perché, alla luce delle tremende conseguenze finanziare della pandemia e della recente retrocessione in Europa League, il Napoli ha l’imprescindibile necessità di tornare a baciare la mano della regina delle coppedel continente. Non soltanto orgoglio sportivo, non soltanto prestigio (ma anche quello), piuttosto un’ulteriore forma di autofinanziamento: del resto, il club azzurro è l’emanazione di un uomo, di una famiglia di imprenditori, e alle spalle non ci sono né i petrodollari degli sceicchi e tantomeno il vento d’Oriente. Fa da sé, il Napoli, e dovrà fare anche gli straordinari da oggi a mercoledì 7 aprile: in un campionato pieno di grandi sorprese come testimonia proprio il caso del rilancio degli azzurri in cinque mosse – quattro vittorie e un pareggio -, la lezione è che non bisogna mai dire mai fi no a che non è finita, però è chiaro che il destino, cioè la marcia della squadra prenderà una direzione sempre più precisa dopo le partite con il Crotone e con la Juve. Soprattutto la seconda, il famoso e famigerato recupero di Torino: è un jolly, una fi che tenuta in tasca per mesi che Insigne e compagni dovranno giocare con la freddezza del pokerista consumato. E sia chiaro: niente bluff .

Ossigeno

E allora, per la fede e per i bilanci: sono questi i motivi alla base dell’ossessione Champions tinta d’azzurro. Il cuore, certo, la voglia di tornare a respirare l’aria bella dell’Europa che conta, e poi la prospettiva. Le prospettive, i programmi, il futuro: se alla fine il Napoli dovesse rientrare nell’elite delle magnifiche quattro, allora De Laurentiis potrebbe gestire il mercato senza grandi assilli e la scelta stessa dell’allenatore potrebbe andare in scena consultando un ventaglio più ampio e magari più ambizioso, sì; ma se la squadra dovesse bucare la qualificazione per il secondo consecutivo sarebbe invece inevitabile un ridimensionamento e dunque qualche cessione dolorosa; la riduzione del monte ingaggi; e un mercato più che mai accorto dalla panchina e fino ai rinnovi. Il caso-simbolo? Quello di Insigne, il capitano: con la Champions, con i polmoni pieni di ossigeno, è logico che i discorsi relativi allo stipendio saranno cioè sarebbero ben diversi rispetto al caso contrario. E ancora: le situazioni di Koulibaly e Fabian, già in vetrina da un annetto, potrebbero essere valutate con una serenità diversa.

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