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Cds, Napoli, ora servono cessioni pesanti: ecco chi partirà

Presi Demme, Lobotka, Politano, Petagna, Rrahmani e Osimhen, il più costoso acquisto della società partenopea: adesso però occorre riequilibrare i conti

di Antonio Giordano

NAPOLI – Se poi la matematica non è un’opinione, l’oro di Napoli è già stato abbondantemente sparso in mezza Europa: dalla Germania (al Lipsia) sino in Francia (al Lille), facendo un giretto anche in Spagna (al Celta Vigo) e però lasciando qualcosa, anzi tanto, anche in Italia. Il mercato è un’emozione quotidiana, che a volte cancella e spinge a dimenticare il pregresso, persino quando questo è racchiuso in un passato recentissimo: il Napoli ha già dato, eccome, e da gennaio ad oggi, dal bilancio che finirà inevitabilmente per risentire di tutto ciò che sta capitano nel Mondo, sono volati via 164 milioni di euro e le cessioni di Allan, di Karnezis e dei giovanotti girati in Ligue One hanno avuto la funzione di parzialissimo contrappeso.

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Tutti i settori

La rivoluzione ideologica, avviata al freddo e al gelo, resta lì, anche a futura memoria, e rappresenta il prezzo pagato per cambiare, per rinnovarsi, per arricchire il proprio centrocampo, irrobustire la difesa, infine per rinfrescare l’attacco, irrorandola dell’energia di Oshimen, divenuto l’acquisto più costoso della storia del Napoli, primato strappato in appena dodici mesi ai cinquanta milioni di Lozano.

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Vendere

Non ci saranno svendite, non esisteranno addii low cost ma a Giuntoli viene chiesto di sgrossare l’organico, di alleggerirlo non solo tecnicamente, perché il monte ingaggi resta superiore ai cento milioni di euro e in quest’anno che s’annuncia torbido e senza Champions, probabilmente senza incassi, sarà indispensabile riuscire ad adagiarsi su un equilibrio finanziario rassicurante. Al Napoli c’è abbondanza in vari settori, per esempio sulle corsie (sia in difesa che in attacco): il contratto di Ghoulam (quattro milioni e mezzo con benefit che risalgono al rinnovo) sa di peso per quella zona di fluidificanti – come si chiamavano una volta – nella quale possono industriarsi Di Lorenzo e Mario Rui, Malcuit e Hysaj. E va così anche in attacco: Llorente, che ha ancora un anno di stipendio garantito, è l’ennesima voce che, nei conteggi, finisce stridere, assai più di Younes e di Ounas, che comunque costituiscono «eccedenze». […]

Leggi l’articolo completo nell’edizione odierna del Corriere dello Sport –

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