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CdS-Napoli e Gattuso: arriva l’epilogo di un rapporto mai nato

Dialoghi di­fficili, distanze sempre più ampie, due screzi pesanti: un divorzio ormai inevitabile

di Antonio Giordano

Quando finisce una storia, così come sta finendo quella tra il Napoli e Gattuso, pure Cocciante troverebbe un motivo o una ragione. E stavolta, magari può scapparci il buco nello stomaco, e ci sta, ma niente nodi nella gola: perché in realtà, diciassette mesi sono scivolati via come un tempo sospeso, quasi non ci fosse seriamente un domani. Quando Napoli-Verona domenica chiuderà la stagione e Rino Gattuso si avvierà verso lo spogliatoio per congedarsi dalla squadra e dal proprio recente vissuto, sarà più semplice leggersi dentro, ammettere che era così che doveva andare, s’intravedeva tra le pieghe delle prime pagine di questo romanzo frastagliato, e si potrebbe definire travagliato, pieno di insidie, di differenze spesso evidenti con De Laurentiis: è il cinema, ma anche il calcio, bellezza, si direbbe entrando per citazioni negli appunti d’un biennio, ora riempito con quella Coppa Italia che gli valse la conferma – mentre intorno a lui si parlava di Juric fino a scorgerne l’ombra – ed ora da arricchire con una qualificazione in Champions League che non sarà sufficiente per accomodarsi al tavolo e provarci ancora, perché nessuno ne ha voglia. Salutiamoci così….

 

La rottura definitiva

O magari, a certificare la rottura definitiva, irreparabile, hanno provveduto una serie di discussioni – la prima alla vigilia della finale di Supercoppa con la Juve, la seconda, quella che ha aperto un solco incolmabile, nel ritiro a qualche ora dalla sfida con lo Spezia in Coppa Italia – che hanno ribadito la diversità tra due generazioni così distanti nel loro modo di esprimersi (…) Eppure c’è stato un momento, durante il lockdown, nelle lunghe telefonate tra De Laurentiis e Gattuso, in cui si è avuto il sospetto o la percezione che esistesse un margine per costruire insieme un’idea di calcio o magari un’ipotesi, un tentativo: ma è durato un attimo, più o meno un battito di ciglia, il tempo di allestire una proposta di rinnovo e poi adagiarla in un cassetto, già rinchiuso e mai più riaperto.

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